Uno dei chitarristi più famosi del mondo, membro della Rock and Roll Hall of Fame si è spento martedì 28 giugno nella sua villa a Nashville. Scotty Moore ha così lasciato il mondo della musica alla veneranda età di 84 anni dopo una vita passata accanto al mitico Elvis Presley sul palco.
BIOGRAFIA (fonte Wikipedia)
Scotty, il più piccolo di quattro fratelli, iniziò a suonare la chitarra all’età di otto anni grazie agli stimoli di suoi amici e familiari. Nel 1948, nonostante avesse ancora 16 anni, venne arruolato nella Marina Militare degli Stati Uniti e mandato in Cina ed in Corea, di stanza sulle portaerei LST-855 e USS Valley Forge. Ottenuto il congedo nel 1952 poté dedicarsi interamente alla sua passione per la chitarra.
Forte delle sue radici blues, jazz e country, nel 1954 Scotty si trasferì a Memphis per motivi di lavoro e fondò assieme al bassista Bill Black un gruppo country, gli Starlite Wranglers, che gli permise di venire a contatto con la scena locale. Iniziò una collaborazione con Sam Phillips, produttore discografico del Sun Studio.
Nel luglio di quell’anno venne incaricato dell’audizione di un giovane cantante senza nessuna esperienza che era stato consigliato a Phillips dalla sua segretaria, Marion Keisker. Il suo nome era Elvis Presley. Il prodotto di quella audizione fa oggi parte delle leggendarie Sun Sessions: tra i vari brani registrati in quel giorno di luglio, quello più importante fu una rilettura di That’s All Right, Mama di Arthur Crudup, ancora oggi ritenuta uno dei primi brani rock and roll fissati su nastro.
Elvis, Bill Black e Scotty Moore formarono così il trio chiamato Blue Moon Boys, divenuto poi quartetto per l’aggiunta del batterista D. J. Fontana. A partire da quel luglio 1954 i Blue Moon Boys iniziarono ad esibirsi ed a registrare materiale lungo tutto il sud degli Stati Uniti: l’ascesa di Elvis si rivelò ben presto inarrestabile ed il gruppo iniziò ad esibirsi in vere e proprie tournée in lungo ed in largo negli Stati Uniti e partecipò a diverse esibizioni televisive di Elvis ed anche ad alcuni dei suoi film.
Il sodalizio artistico con Elvis durò ben 14 anni, durante i quali Moore suonò nel ruolo di chitarrista solista in tutte le sue registrazioni più celebri, incluse Good Rockin’ Tonight, Baby Let’s Play House, Heartbreak Hotel, Mystery Train, Hound Dog, Too Much e Jailhouse Rock, affiancato dal trio vocale The Jordanaires.
Nel 1964 Scotty pubblicò un album di brani strumentali intitolato The Guitar That Changed the World ed elesse Nashville come sua nuova sede. A Nashville, insediò uno studio di registrazione sulla 19th Avenue, il Music City Recorders, ed una personale etichetta discografica, la Belle Meade Records. Il Music City Recorders verrà ceduto nel 1973 per intraprendere l’attività autonoma di ingegnere fonico, in maniera pressoché esclusiva per i Monument Studios: nel 1976 acquistò lo stabile dove tali studios avevano sede per avviarvi un’attività di duplicazione nastri, la Indipendent Producer Corporation.
L’ultima collaborazione con Elvis risale al 1968 ed ebbe luogo in occasione di uno speciale televisivo per la rete NBC intitolato Elvis Presley’s ’68 Comeback Special.
La sua attività musicale sulla scena non è comunque cessata, sebbene si alterni a quella di fonico: tra il 1970 ed il 2003 Scotty Moore ha collezionato una cospicua serie di collaborazioni e partecipazioni con artisti come Jerry Lee Lewis, Johnny Cash, Dolly Parton, Perry Como, Paul McCartney, Ringo Starr (in veste di ingegnere fonico per il suo disco Beaucoup Of Blues del 1970), Carl Perkins ed Alvin Lee.
Nell’agosto del 2005 Scotty ha intrapreso un breve tour tra Norvegia e Regno Unito e nel 2007 ha prodotto due cd di collaborazioni intitolati The Mighty Handful, voll.1 e 2.
Attualmente, Scotty Moore divide il suo tempo tra la sua attività di ingegnere e produttore ed esibizioni periodiche con vari artisti, tra cui Ronnie McDowell, Lee Rocker ed il Mike Eldred Trio.
Scotty Moore è comunemente ritenuto un vero e proprio pioniere della chitarra solista per quanto riguarda il suo utilizzo nei gruppi rock; la sua presenza non eccessivamente scenica, dovuta al suo carattere introverso, è sempre stata adeguatamente compensata dal suo pirotecnico stile chitarristico. Buona parte del ruolo chiave che questo strumento ricoprirà nei gruppi che sarebbero venuti è dovuto a lui: mentre molti leggendari chitarristi rock come Chuck Berry o blues come B.B. King usavano abitualmente ricoprire il ruolo di cantante oltre che di chitarra solista, nei Blue Moon Boys Scotty ricoprì unicamente il ruolo di solista, non sovrapponendosi mai ad Elvis per quanto riguardava la voce o la chitarra ritmica.
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