Addio a Chiara Fumai per un’overdose di farmaci
Forse non molti la conosceranno e come spesso succede, ora che è morta e molti giornali ne stanno parlando, le sue performance e il suo nome diventerà cliccatissimo. Stiamo parlando dell’artista Chiara Fumai, 39 anni, ritrovata morta per un’overdose di farmaci nella galleria Doppelgaenger, in cui era ospite.
Chi era Chiara Fumai e le sue performance più famose
Un’artista diventata famosa per le sue letture e per le sue performance che, ogni volta, sembravano delle installazioni artistiche a tutti gli effetti. Una donna complicata, forse spigolosa, ma con tanta magia e tanta arte che sembrava voler quasi esploderle da dentro. E forse, proprio per questo, dobbiamo dire addio a Chiara Fumai, una rock star dell’arte.
Tra le performance più famose sicuramente ricorderemo quando da giovanissima si era chiusa in una vetrina a Bari intenta a leggere lettere degli ammiratori. Oppure quando si è immedesimata in un terrorista che usava il linguaggio dei segni per parlare. Ma non diciamo che interpretava questi personaggi, Chiara Fumai li faceva proprio vivere a tutti gli effetti, come il padre inventato Nico Fumai in una delle sue lecture più recenti e famose.
L’eredità artistica di Chiara Fumai
Erede di un femminismo e di un’arte estrema che portava ovunque con sè nel mondo, spesso quando si è parlato di lei si è parlato di un’artista che negli ultimi tempi della sua vita stava vivendo con dei fantasmi che non riusciva a sconfiggere. Fantasmi che alla fine l’hanno sopraffatta e non le hanno dato la possibilità di continuare con la sua arte e di farsi conoscere ancora di più al mondo. C’è sempre una piccola, fioca e debole speranza per cui in realtà Chiara non sia affatto morta, chissà, magari è un’installazione delle sue, una provocazione per vedere come i media possono reagire alla sua scomparsa. Ma purtroppo sono solo vane speranze cui aggrapparsi e la scomparsa di Chiara Fumai è reale, proprio come ogni sua performance e ogni sua lecture, pregna di sentimento, di vita, di dolore e di un’intensità che non sappiamo se ritroveremo tanto facilmente in altri artisti.