Dario Argento ha cambiato l’uso della musica nel cinema, un segno evidente di come la sua genialità si estenda anche oltre l’uso della macchina da presa.
La musica nei film è sicuramente un elemento fondante perché coinvolge e crea aspettative. È un mezzo narrativo di cui il cinema nordeuropeo, soprattutto, ha saputo fare a meno alternandola a lunghi momenti di silenzio, vedendo il suo uso ulteriormente amplificato all’interno del tessuto narrativo.
Grandi compositori come Danny Elfman e John Williams hanno cambiato la storia del cinema attraverso grandissime composizioni. In Italia le cose non sono cambiate però con Ennio Morricone e Nino Rota che hanno addirittura esaltato il ruolo della musica all’interno del cinema, cambiando tutto in maniera più elegiaca. Ma come interviene in tutto questo Dario Argento?
Dario Argento e la colonna sonora
Dario Argento in una fiera in Grecia scopre il bouzoki e lo usa nella colonna sonora di Suspiria. Lo strumento emette delle vibrazioni molto particolari che sottolineano l’intervento del maligno. È un’altra rivoluzione all’interno del cinema del maestro romano che prima aveva utilizzato la musica solamente in maniera diegetica, cioè all’interno del tessuto narrativo con l’azionare di uno stereo o di qualche altro strumento di riproduzione.
Non è l’unica rivoluzione del tandem formato da Argento con Claudio Simonetti e i Goblin. In Opera infatti arriva un altro cambio di passo quello che porta l’heavy metal all’interno del cinema thriller, che sottolinea gli omicidi rendendoli di fatto ancor più efferati. Questo grande crescendo di emozioni riesce a dare al pubblico una partecipazione all’interno degli omicidi stessi, facendoli sembrare vulnerabili e colpendoli direttamente nelle viscere con prepotenza. Perché in fondo il cinema di Argento è questo, colpisce e lascia il segno, sempre.