Nel corso degli anni, diversi brani sono stati censurati, per alcune parti, titoli o anche solo una parola, al Festival di Sanremo.
Il Festival di Sanremo 2025 è considerato, da molti, l’unico grande evento nazional-popolare del nostro Paese. Forse, soltanto la Nazionale azzurra riesce a tenere incollati milioni di telespettatori allo schermo e scatenare così tanti dibattiti e opinioni contrastanti.
Anche quest’anno, del resto, non sono mancate le polemiche che (verosimilmente) proseguiranno anche dopo la finale di domani sera. Eppure, in passato, diverse canzoni sono state censurate: le ricordate?
La censura si è abbattuta sui cantanti negli anni, i quali hanno dovuto cambiare il titolo del brano in gara, una parte del testo, oppure è stato loro impedito di pronunciare una determinata parola. L’elenco è lungo e coinvolge alcuni degli artisti più amati e famosi del nostro Paese. Qualche esempio? Nel 1971, il brano dei Nuovi Angeli Donna Felicità, scritto da Roberto Vecchioni, viene bocciato dalla Commissione Selezionatrice del Festival di Sanremo. Secondo la Commissione, il brano conteneva dei passaggi troppo espliciti. Arriverà poi seconda al Festivalbar di quest’anno, diventando un grande successo.
Nel 1980, Francesco Magni partecipa con il brano Voglio l’erba voglio: una frase, accusata di fare riferimento all’eroina, venne cambiata. Magni, non si sa per dimenticanza oppure in maniera voluta, canterà l’ultima sera la canzone senza censure, scatenando un’aspra polemica già dietro le quinte del Festival. Anche Vasco Rossi è stato costretto a cambiare la sua Vado al massimo nel 1982: nonostante i tagli il brano non venne apprezzato a Sanremo ma divenne un singolo leggendario del rocker di Zocca.
Nel 1994, in piena campagna elettorale, Enzo Jannacci e Paolo Rossi dal palco del Teatro Ariston, cambiarono il testo in corso di un brano comico, I Soliti Accordi, presentato al Festival. I due comici evitarono di pronunciare “Forza Italia”, dando vita ad un simpatico siparietto, sostituendolo con “Forza Baudo”, allora conduttore della kermesse. Sempre nel 1994, Giorgio Faletti presenta al Festival di Sanremo la sua Signor Tenente: secondo le indiscrezioni di allora, Baudo consigliò a Faletti di cambiare il “min***a Signor Tenente”, ma Falletti rifiutò.
La censura forse più clamorosa è avvenuta nel 1996, quando Federico Salvatore porta per la prima volta un singolo con il termine “omosessuale” nel testo: è il brano Sulla porta e scatterà la censura. Nell’ultima serata, Salvatore pronuncerà la parola andando contro la Commissione. Anche Loredana Bertè, nel 1997, cambiò un “vaffa” nel testo di Luna con “occhiali neri, Luna”.
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