Renato Zero, uno dei più grandi artisti italiani, ha raccontato un retroscena della sua vita che è stato per lui un trauma: “Nel pubblico c’era un solo spettatore”. Cosa accadde?
Simbolo indiscusso della musica italiana, cantautore, ballerino e grande performer, Renato Zero è senza dubbio uno dei più grandi artisti nostrani di sempre. All’inizio ha dovuto affrontare tante avversità e difficoltà, momenti difficili che hanno rinnovato la sua determinazione e che nel bene o nel male gli hanno dato la spinta in più per diventare il grande artista che oggi.
Nel corso della sua lunga e brillante carriera artistica ha pubblicato ben 44 album musicali, raggiungendo un’immensa popolarità non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. Nato a Roma nel 1950, durante l’adolescenza si è dedicato in tutto e per tutto alle sue più grandi passioni ovvero il canto, la danza e la recitazione. Emergere e farsi conoscere però, non è stato per niente semplice. Ne ha parlato apertamente nel corso di un’intervista per Rolling Stone, svelando un aneddoto del passato che ha dell’incredibile.
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Un grande trauma nel passato di Renato Zero: “Per altri sarebbe stato il tracollo”
Il suo primo progetto musicale ha venduto soltanto 20 copie: un risultato molto deludente che per un giovane artista che sta cercando con tutte le forze di far conoscere la sua musica al pubblico. Intervistato tempo fa per Rolling Stone, il celebre Renato Zero ha confessato che in realtà l’evento più traumatico che riguarda l’inizio della sua carriera è un altro. “Per qualunque altro artista sarebbe stato il tracollo” ha affermato. Cosa accadde?
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“Era il 1973 in Via Garibaldi a Roma e in un locale feci un concerto per un solo spettatore.” Inizia così l’onesto racconto della star italiana. “Il proprietario provò a convincermi a rimborsarlo e mandarlo a casa” ha spiegato, “ma gli risposi di no, perché avevo detto ai miei genitori che quella sera lavoravo e quindi volevo lavorare“. Già allora aveva tanta determinazione e tanta voglia di raggiungere i suoi obiettivi, ed è stato poi ricompensato per il suo impegno. “Il giorno dopo lo stesso signore tornò con 25 persone.” Testimone della vicenda anche Antonello Venditti, che passò di lì e vedendo la sua voglia di cantare, decise di affinacarlo suonando due pezzi al piano.