“Troie in porsche“. E’ questa la canzone che apre “Squallor” il nuovo disco di Fabri Fibra che arriva dopo due anni dall’ultimo lavoro del rapper e che racconta un po’ tutto quello che ci sarà nell’album. Questa canzone ha una melodia molto cadenzata e cupa su cui Fibra rappa con disinvoltura e a tratti con una velocità incredibile affrontando diverse tematiche e dimostrando per l’ennesima volta la sua incredibile dote.
Stesso groove e stile per “Amnesia“, canzone cupa, con una base quasi nera, come la precendente. E’ un Fabri Fibra che ricorda un po’ quello degli esordi, puramente e meramente dedito alla metrica e al messaggio. Non si trovano i ritornelli alla “Tranne Te“, ma canzoni pregne di significato che magari non hanno l’appeal da hit da radio (Non tutte almeno, fa eccezione ovviamente “Il rap nel mio paese” in rotazione) ma che faranno letteralmente impazzire i fan più legati alle origini e a dischi come “Turbe Giovanili” o “Mr Simpatia”.
“Quanti iphone puntati sulla mia faccia, il vero talento è fingere che mi piaccia“. Canta così Fibra nel pezzo “Lamborghini/Rime sul beat” e diciamo che con queste parole forse si potrebbe capire il nocciolo o il fil rouge di tutto il disco. E’ come se il rapper di Senigallia ci dicesse: “Sono stato bravo a farmi fare le foto, ora con Squallor vi faccio vedere chi sono, senza paura”. Perchè è comunque un azzardo un disco come questo in cui, come abbiamo detto, non ci sono tanti ritornelli che possano rimanere in testa, Fibra si rivolge ai fan veri e in una panorama dove il rap sembra essere sinonimo di duetto con una cantante famosa, riporta tutto alle origini come in “Non me ne frega un cazzo”.
I duetti ci sono, ma sono con “colleghi” altrettanto duri come Gue Pequeno, Marracash, Clementino, Nitro o Salmo e le canzoni che ne escono sono arricchite, ma restano dei piccoli gioielli del genere come “Dexter”.
Diciotto canzoni, più tre nella versione bonus su iTunes, che vanno ascoltate e apprezzate con calma. “Squallor” non è un disco che si fa amare subito, deve entrare piano piano, deve essere sentito e risentito per capire i messaggi e non farsi “agitare” dal suono dark che caratterizza tutto il disco e che, del resto, riflette un po’ la nostra società di oggi e la situazione di crisi che si sta attraversando.