Fidanzata Damiano Maneskin “Speravo di non svegliarmi” | La sua malattia

La fidanzata di Damiano dei Maneskin ha raccontato la sua condizione, una malattia che sicuramente fa riflettere e di cui si parla sempre troppo poco.

La splendida Giorgia Soleri ha raccontato la sua patologia, dimostrando di avere grandissimo cuore e voglia di sensibilizzare le persone che non vedono tante conferme su quello che capita loro. Ne ha parlato a lungo da quando l’ha scoperta per cercare di aiutare quelle donne che come lei non riuscivano a capire a cosa fosse dovuto il loro stato di malessere. Abbiamo scoperto così di trovarci di fronte non solo a una ragazza veramente bellissima, ma anche a una ragazza in grado di raccontare le sue emozioni a cuore aperto e con un senso civico fortissimo.

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Direttamente sulla pagina di Cistite Info APS su Youtube possiamo ascoltare le sue parole: “Buongiorno. L’anno in cui ho iniziato a stare male per me è stato importante. Coincide in modo spaventoso con alcune delle esperienze che mi hanno segnata. Ho iniziato a lavorare, ho fatto il primo tatuaggio, ho vissuto il primo amore. Avevo 16 anni e tutto era nuovo. Muovendo i miei primi passi incerti per scoprire il mondo sono sempre stata accompagnata dal dolore come da un’ombra. Mi svegliavo col dolore, lavoravo col dolore, andavo a letto col dolore e non dormivo. E’ stato il mio compagno più devoto silenzioso ma sempre presente. Mi sono sentita dire che ero ansiosa, stressata, bugiarda, che mi inventavo i sintomi e mi piangevo addosso. Sono arrivata a crederci in tanti momenti”.

La fidanzata di Damiano dei Maneskin e la sua patologia

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La fidanzata di Damiano dei Maneskin, Giorgia Soleri, ha parlato al “Convengo Vulvodinia e neuropatia del pudendo – un dolore senza voce”: “Il dolore aumentava ed era insopportabile, il dolore mi lacerava. Andavo a letto stremata sperando di non svegliarmi al mattino. Spesso annullavo gli appuntamenti all’ultimo in preda alla disperazione. Mi hanno visto decine di specialisti, sono stata ricoverata in decine di ospedali. Sono svenuta per strada. Sono passati 8 anni da quel giorno e sono cresciuta. Ho risolto tante cose di me e altre si sono incasinate. Ho cambiato 3 case e 2 città. Il dolore era sempre lì, tenace e immutato. Il lockdown mi ha portato a specchiare con le mie viscere dolenti”. 

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Spiega che dopo mesi di attesa il dolore ha preso più di un nome: Vulvodinia, Neuropatia del pudendo e dolore pelvico cronico. Ha capito di non essere l’unica ed è riuscita a capire come poter provare a trovare una soluzione. Nonostante la diagnosi complicata e le difficoltà ha finalmente raggiunto la comprensione delle sue complicatissime nottate sveglia per il dolore. Un racconto che ha mostrato una ragazza straordinaria al mondo, grazie alla sua forza e alla sua grande voglia di raccontarsi davanti a delle persone che avevano bisogno anche loro di capire cosa rappresentava il loro dolore.

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