La loro è una popolarità che nasce prima di tutto da un album autoprodotto uscito nel 2009 e messo in circolazione gratuitamente nel solo formato digitale (“$O$”, poi rieditato l’anno successivo anche in formato fisico), album accompagnato da una serie di video – primo fra tutti “Enter The Ninja”, ormai sui quindici milioni di visualizzazioni su You Tube – assolutamente folgoranti.
L’immaginario che caratterizza la band (o la “rap-rave crew”, come loro amano definirsi) è infatti affilato e sfaccettato, e coinvolge sia la sfera audio che le loro scelte a livello di video e, semplicemente, di modo di porsi: in gioco ci sono tensione, adrenalina, cattivo gusto, pacchianerie e una strana forma di morbosità stemperata da una sottile (e tagliente) auto-ironia. Una confezione estetica di livello estremo, che ha sedotto anche registi di culto come Harmony Korine (che ha voluto lavorare con loro e per loro nel mediometraggio “Umshini Wam” presentato in anteprima al SXSW di Austin e facilmente reperibile in rete).
La loro è una esasperazione degli stilemi più volgari dell’hip hop immersa però in una specificità distante anni luce dai luoghi comuni del rap americano, se non per certi richiami al “white trash” di eminemiana memoria.
Di sicuro, si tratta di uno dei prodotti più originali di sempre per quanto riguarda l’incrocio, oggi assai attuale, tra rap ed elettronica, anche e soprattutto perché rappresenta una critica dall’interno dei meccanismi artistici e sociali del pop mainstream: alle prime ingerenze della Interscope, la label che li aveva messi sotto contratto dopo l’esplosione di popolarità e che chiedeva un nuovo album sufficientemente “commerciale” e meno sguaiato ed inquietante, la band sudafricana ha infatti risposto andandosene sbattendo la porta. “Ten$ion” (2012), l’album della consacrazione, esce quindi per la loro etichetta personale, la Zef Records: una chiara dichiarazione d’intenti sulla consapevolezza della propria missione artistica. Scelta che, tra l’altro, pare non averli penalizzato in alcun modo – a distanza di un anno lo si può tranquillamente dire.
Sia chiaro: non è solo questione di buone idee, di video ben fatti, di immaginari accattivanti o intelligenti. Ninja è in realtà un veterano della scena hip hop sudafricana, da anni uno dei suoi membri più rispettati, e lo si vede bene dal vivo, dove la sua capacità di tenere il palco è davvero impressionante sia per padronanza tecnica che per quella scenica. L’interplay con Yo-Landi poi è tanto atipico quanto calibrato, e l’impatto ritmico così il decostruzionismo a colpi di sample e scratch sono una costante continua, grazie agli interventi di Dj Hi-Tek.
Dopo le trionfali date italiane della scorsa estate, con alle spalle un culto mondiale che non accenna a diminuire (e che viene gestito con grande intelligenza e sensibilità da parte della band stessa), ora i Die Antwoord tornano in Italia ancora più maturi, più forti, più consapevoli, più velenosi per presentare l’ultimo DONKER MAG.
L’ultimo singolo estratto dall’album si intitola UGLY BOY, alle riprese, che sono state dirette dallo stesso Ninja, hanno preso parte diverse star della musica e dello spettacolo per mezzo di alcuni brevi cameo: tra questi ci sono anche Marilyn Manson, l’attore comico Jack Black, il co-fondatore dei Red Hot Chili Peppers Flea e la star del burlesque Dita von Teese.
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