La morte del giovane cantante italiano si poteva evitare? | Le indagini

Un bravissimo e talentuoso cantante italiano è morto troppo giovane. Il suo calvario però si poteva evitare?

Un giovanissimo cantante molto apprezzato è morto davvero troppo giovane. Il suo caso drammatico ha scosso l’Italia e negli ultimi tempi non si sta parlando d’altro, soprattutto a seguito dei nuovi clamorosi sviluppi. Dopo alcune settimane di indagini infatti viene fuori che il suo calvario avrebbe potuto essere evitato? L’artista, stimato da tutti, si stava facendo largo nel mondo della musica grazie alla partecipazione a quelli che sono i due talent di maggior visibilità in tv, ossia “X Factor” e “Amici” di Maria De Filippi.

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Numerosi colleghi erano rimasti abbagliati dal suo straordinario talento. Appena appresa la notizia della sua scomparsa Emma Marrone, solo per citarne una, aveva voluto omaggiarlo immediatamente con parole di saluto davvero toccanti. Dopo un concerto all’Arena di Verona difatti aveva scritto: “Ciao, ieri sera ho cantato forte per te e stamattina il mio cuore si è rotto in mille pezzi“. Una tragedia che però lascia ancora aperti parecchi punti interrogativi, sui quali sta cercando ora di fare chiarezza un’indagine della procura di Vicenza, sua provincia natale, con l’apertura di un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo.

Un cantante è morto molto giovane: davvero non si poteva evitare?

L’artista, nato il 1 marzo del 1993 a Rosà, in provincia di Vicenza, è scomparso lo scorso 6 giugno scorso all’ospedale Maggiore di Bologna. La causa è stata una ischemia cerebrale dovuta a leucemia fulminante. Dal momento del ricovero sono trascorsi quattro giorni difficilissimi, al termine dei quali purtroppo il cantante non ce l’ha fatta. Una vita spezzata troppo presto quella del bravissimo Michele Merlo, che tra 2019 e 2020 aveva realizzato due album di grande successo, prima “Cinemaboy” quindi “Cuori Stupidi”.

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I genitori giustamente non si vogliono arrendere e stanno cercando con ogni mezzo a loro disposizione di scoprire la verità. È stato fatto davvero tutto il possibile per salvargli la vita? Per la Procura di Bologna non ci sarebbero responsabilità imputabili ai medici emiliani. Adesso però l’inchiesta si è spostata in Veneto, dove Michele si era presentato in pronto soccorso inizialmente con un evidente ematoma alla gamba, senza che nessuno riuscisse a cogliere la reale gravità della situazione. In quel caso venne curato con una semplice pomata come riporta Il Messaggero nella sua versione online. Se invece fosse stato sottoposto agli esami del sangue necessari, si sarebbe scoperto subito che si trattava di emopatia acuta, e lo cose probabilmente sarebbero andate in maniera diversa.