La studiosa di cinema Marzia Gandolfi ha scritto un libro per Santelli Editore dal titolo “La forma dell’attore” ce l’ha raccontato in musica.
Nel tuo libro parli di quattro attori famosi, riusciresti a collegare a ognuno di loro una canzone?
Drive Fast di Bruce Springsteen per Brad Pitt, è praticamente la versione in note dello stuntman di Tarantino, Can’t Feel My Face di The Weeknd per Tom Cruise, I was in love with a difficult man di Christine Lavin per James Gandolfini, Misty di Erroll Garner per Clint Eastwood.
Se il tuo libro fosse un brano musicale, quale sceglieresti?
Trattandosi dello studio di quattro divi, direi The Stars di David Bowie, perché le “stars are never sleeping, the dead ones and the living…”
Nel cinema l’importanza della musica è fondamentale, ci racconti chi più di altri ha rivoluzionato il modo di interpretarla nel tessuto narrativo?
Denis Lavant su Modern Love di David Bowie in Rosso sangue di Leos Carax. Nessun altro attore abita poeticamente un film e la musica come lui. La bellezza del gesto, il senso del corpo, in fuga a perdifiato in un mondo che ‘infetta il sangue’ di chi fa l’amore senza sentimento, sono qualcosa che non si dimentica.
Che musica ascolta Marzia Gandolfi?
Sono onnivora, o quasi. Le uniche cose che proprio non riesco ad ascoltare sono la canzone latino americana, la trap e Bocelli. Per il resto ascolto, tutto dal pop all’heavy metal passando per l’opera lirica, il jazz e il rock. Bruce Springsteen, Billie Holyday e Mozart in coppia con Da Ponte su tutto.