C’è una storia che fa male ancora oggi a raccontarla, quella di un famoso cantante italiano morto per un tumore inoperabile che ha lasciato un vuoto incolmabile.
La storia è quella di Ivan Graziani che è deceduto il primo gennaio del 1997 quando aveva appena 51 anni. Era malato da due anni di tumore al colon e aveva chiesto di tornare a casa per le feste di Natale. Proprio nella casa di Novafeltria aveva perso la sua vita in una situazione che ormai da tempo era critica. Al momento dell’annuncio del decesso furono tantissimi i messaggi di cordoglio di un pubblico che lo amava e che non avendo ancora a disposizione i social network si faceva vedere fuori dagli ospedali, in camera ardente, al funerale e dove poteva trasmettere amore alla famiglia.
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Insieme a lui venne sepolta una chitarra, precisamente una Gibson che lui amava chiamare “mamma chitarra“. Inoltre fu messo nella sua bara anche un gilet di pelle a cui aveva applicato un gancio per riuscire a sorreggere senza sforzi e compromissione dell’esibizione la chitarra. Sicuramente fu un dolore perdere un così grande artista che era anche una grandissima persona, amata da tantissimi. Lo dimostrarono Renato Zero, Biagio Antonacci, Alex Baroni e Antonello Venditti che parteciparono nel 1999 a delle cover delle sue canzoni più famose pubblicate nell’album Per sempre Ivan.
Ivan Graziani, la sua storia
Ivan Graziani nacque a Teramo il 6 ottobre del 1945. Già dalla nascita ci sono delle leggende su di lui che l’hanno fatto diventare un cantante ormai leggendario. Si era infatti diffusa la legenda che non sarebbe nato a Teramo ma sul traghetto Olbia Civitavecchia e proprio per questo sarebbe stato chiamato Ivan anagramma di Navi anzi proprio il suo contrario. La leggenda in questione però fu smentita dal fratello di Ivan, Sergio, anche se non ha mai smesso di muoversi negli anni con molti che hanno ripetuto come questa sia stata l’unica verità da trasmettere.
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Il suo esordio arriva nel 1973 quando come Rockleberry Roll pubblica Desperation. Da lì sono tantissimi i successi con ovviamente Lugano addio che rimane il suo brano più conosciuto. Fu autore però di tantissimi brani di successo come Agnese, Taglia la testa del gallo, Firenze (canzone triste) e Angelina tra gli altri. Oltre alla Gibson utilizzò in carriera una Fender Stratocaster e una Telecaster. Fu anche nel cast di tre film e cioè Terzo Canale Avventura Montecarlo di Giulio Paradisi, Italian Boys di Umberto Smaila e Arrivano i Miei di Nini Salerno.