Davide Pulici, nota firma di Nocturno, ha pubblicato L’Alternativa, il cinema selvaggio di Milano per Nocturno Libri. Lo abbiamo avuto in esclusiva per raccontare tutto su questa sua opera.
È uscito il tuo nuovo libro, L’Alternativa. Ce lo racconti?
Si tratta di un libro che raccoglie saggi e interviste collegate al cinema che si è fatto a Milano, in un periodo particolarmente fiammeggiante, tra l’inizio degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta. L’alternativa allude nel titolo alla possibilità che anche a Milano si potesse sviluppare un polo cinematografico concorrenziale rispetto a quello di Roma. Cosa che sembrava stesse per verificarsi a un certo punto, all’inizio degli anni Settanta, perché all’ombra della Madonnina era una viavai continuo di troupes che avevano “disertato” la Capitale per venire a girare qui. Fu un sognò che durò qualche stagione ma poi si estinse. Le ragioni cerco di spiegarle, appunto, nel libro. Devo dire che ho avuto la fortuna di incontrare negli anni tanti protagonisti di quella fase aurea milanese e parlo di persone che erano di Milano e che il cinema lo fecero sempre qui, senza accettare di trasferirsi a Roma. Uno dei nomi più importanti, in questo senso, fu quello di Cesare Canevari.
Come sono state influenzate le colonne sonore da quella magica atmosfera?
Nella costante dei grandi compositori, che realizzavano le colonne sonore di tutto il cinema di quegli anni, fosse fatto a Roma o Milano o altrove, la variabile delle atmosfere milanesi introduceva la possibilità di evocare atmosfere molto particolari, spesso brumose e un po’ malinconiche, appunto nello spirito della nostra metropoli, a questo spleen che si collegava a una sensibilità più europea che non mediterranea. E penso in particolare a certi polizieschi o meglio noir, ambientati a Milano, a cominciare da certe opere di Fernando di Leo, prima tra tutte Milano calibro 9, che fu musicato dal grande Bacalov insieme agli Osanna. Ecco, se dovessi scegliere uno score rappresentativo del cinema di quegli anni realizzato a Milano, opterei proprio per questa sublime colonna sonora che rende perfettamente l’idea di un genere, di un tempo e di una città.
Ci parli di alcuni dei compositori che hanno realizzato le colonne sonore di quei film?
Vorrei citare due nomi, essenzialmente. Il primo, molto noto, è Gianni Ferrio, direttore d’orchestra, arrangiatore e compositore. Ferrio fu l’autore, tra le altre cose, di Parole parole, interpretata da Mina e Alberto Lupo e che in Francia rifecero Dalida e Alain Delon. Non so se per caso o per volontà, ma Ferrio si trovò a lavorare abbastanza spesso su film milanesi, sia nel senso di film girati da registi milanesi, sia in quello di film ambientati a Milano. Ha musicato, per esempio, alcune pellicole classiche di Ermanno Olmi; ha composto la bellissima colonna sonora di Io, Emmanuelle, di Cesare Canevari e quella di uno stupendo noir di Duccio Tessari, con protagonista Delon, Tony Arzenta, che per me resta uno dei migliori film mai girati sullo sfondo di Milano. Poi, vorrei ricordare il pressoché sconosciuto Roberto Rizzo, che compose per Gli assassini sono nostri ospiti di Vincenzo Rigo due temi favolosi, all’epoca pubblicati in un 45 giri. Ecco, sempre a proposito di musiche in grado di rendere perfettamente un clima, un atempra, milanesi, citerei proprio queste di Rizzo, orchestrate dal grande maestro Nando de Luca, anche lui un milanese doc.
Quali sono i film che ci consigli di quel periodo?
I titoli che già ho menzionato nelle altre risposte, sono assolutamente raccomandabili. Aggiungerei che tutta l’opera di Olmi di ambientazione milanese va riscoperta, anche i titoli apparentemente minori, come Durante l’estate o Un certo giorno. Poi, il cinema di Cesare Canevari, che fu un altro grande outsider, milanese doc e fece film all’avanguardia (Una jena in cassaforte, per esempio). E non posso non aggiungere le pellicole che Carlo Lizzani, romano di nascita ma molto milanese nella sensibilità, girò nella nostra città, da Banditi a Milano a Storie di vita e malavita o San Babila Ore 20: un delitto inutile.