Il mistero di Liberato: chi è realmente?
Liberato. Chi è? È questa la domanda che si stanno facendo tutti. Anche se noi di CheMusica quando ci hanno chiesto: “Tu cosa ne pensi di Liberato? Chi è?” abbiamo immediatamente pensato al cane di un nostro amico, è bastato un attimo per capire che non potevamo restare indifferenti davanti al “Mistero Liberato” che ha fatto impazzire il web e soprattutto il mondo dei fan dell’indie italiana. Quindi ricostruiamo i fatti.
Venerdì 26 maggio sul palco di MI AMI Festival di Milano c’era grande attesa per questa prima esibizione pubblica di tale “Liberato” straordinario sconosciuto con sonorità molto interessanti che ha all’attivo due brani Nove Maggio e Tu t’è scurdat’ ‘e me. Chi è? Che faccia avrà Liberato?
Liberato sul palco del MI AMI: arriva Calcutta Priestess, Izi e Shablo
Se lo sono chiesti tutti e poi sul palco del Mi Ami si è presentato Calcutta, Priestess, Izi e Shablo. Un quartetto assurdo e loro hanno cantato i brani di Liberato.
Nel video dell’esibizione si sentono i ragazzi urlare “Ma è Calcutta” quando sul palco sono partite le note di 9 maggio ed effettivamente era proprio lui.
Gente in delirio. Liberato è un progetto di Calcutta, Priestess, IZi e Shablo? Oppure è Calcutta in realtà che si è messo a cantare in napoletano? Oppure ci stanno prendendo tutti in giro e vogliono alimentare il mistero attorno a Liberato? Una cosa è certa. Qualcosa hanno smosso. Di Liberato ora ne parlano tutti e tutti vogliono sapere se è un collettivo o se è un artista loro amico che stanno sponsorizzando. La cosa più probabile è che si tratti di un collettivo, ma ancora non abbiamo molte conferme anche se, a ben guardare sulla pagina di Liberato c’è una foto con una sciarpa del Napoli davanti al Duomo di Milano che sembra proprio la stessa immagine dell’album di Calcutta, Mainstream.
Pensavamo di chiamare Lucarelli e fare una puntata speciale di Blu Notte sull’argomento, ma cercheremo di trattenerci dal farlo e aspettare. Tanto prima o poi qualcosa di nuovo a riguardo lo scopriremo. Se no chiamiamo Lucarelli davvero, promesso.