Luca Bertoloni, insieme a una serie di saggisti, ha raccontato in “Trent’anni di oltre” (Santelli Editore) un periodo davvero molto controverso della carriera di Claudio Baglioni. Lo abbiamo intervistato in esclusiva.
Da dove nasce Oltre?
Oltre nasce come frutto di un periodo di crisi vissuto da Claudio Baglioni dopo un pomeriggio sfortunato a Torino nel 1988, quando venne fischiato in occasione di un concerto internazionale per Amnesty International. In quegli anni Baglioni era etichettato da parte della critica musicale italiana (e non solo) come cantante dei buoni sentimenti: un’etichetta che aveva valore dispregiativo, e che invece non considerava la qualità della sua opera, che peraltro già da diversi album aveva subito una svolta evolvendosi verso il neorealismo autobiografico, strettamente imparentato con la canzone d’autore più pura. Per questo Baglioni mise tutto sé stesso nella realizzazione di Oltre: ne riscrisse tutti i testi più volte; ne posticipò l’uscita per rifarlo quasi da capo; realizzò tantissimi brani e spezzoni musicali che utilizzerà in album successivi; vi legò in esso la sua vicenda intima, autobiografica e personale con quella del mondo intero, ripescando dalla cosmogonia ellenistica; voltò pagina inaugurando un nuovo stile sognante e surreale, ma sempre intriso di realismo. Insomma: realizzò una vera e propria opera omnia della sua vita e del suo modo di vedere il mondo, in cui troviamo dentro non solo la sua biografia, ma anche molta storia d’Italia e, soprattutto, un sincero esistenzialismo in cui tutti gli ascoltatori possono in qualche modo ritrovarsi.
Cosa rappresenta Claudio Baglioni per la musica italiana?
Per fortuna, negli ultimi anni Baglioni sta venendo considerato dal pubblico generalista non solo per la “maglietta fina”, ma anche per altro: sotto gli occhi di tutti sono le sue sperimentazioni a livello spettacolare, che da oltre vent’anni stanno portando novità agli spettacoli dal vivo in ambito italiano, e pian piano stanno diventando di dominio pubblico anche suoi album meno noti al grande pubblico. Per cui, Baglioni rappresenta uno sperimentatore: uno sperimentatore che, pur cambiando, è però stato sempre coerente con sé stesso. C’è infatti un fil rouge che lega i giovani protagonisti di Questo piccolo grande amore, impauriti ma emozionati nel vivere un sogno collettivo e generazionale, con gli uomini che camminano per le strade delle città appena sveglie de La vita è adesso, cercando di inseguire il proprio sogno, unico e insostituibile; con Cucaio, il grande mago di Oltre che sogna di eliminare il dolore da questo mondo; con gli immigrati che approdano a Lampedusa in cerca di una vita da sogno di Con voi; e con l’uomo adulto e maturo di In questa storia che è la mia, che ha trovato nell’arte e nella musica la forza di fermare il proprio tempo e di scrivere il proprio sogno. Claudio Baglioni rappresenta questo: un coerente sperimentatore, che ha passato tutta la vita, come i poeti romantici, per “lasciare il segno” (come dice nell’ultimo suo disco di inediti).
Perché un lettore dovrebbe approcciarsi al vostro libro?
Questo libro è rivolto a tutti. Ai fan di Baglioni, che possono ritrovarvisi nei racconti che altri fan hanno scritto (vi trovano spazio descrizioni di serate d’amore trascorse con in sottofondo le note della sua musica, bambini nati sotto il segno di Claudio, concerti e lunghe attese, amicizie nate e poi finite e molte altre storie di vita vissuta realmente), e che possono imparare qualcosa di più di un disco molto complesso, che non era mai stato analizzato nel suo insieme in questo modo. Agli appassionati di musica: Oltre è uno dei capisaldi della musica d’autore italiana, un punto di arrivo di un percorso di una rivoluzione che risale alla fine degli anni Settanta, ed un’opera a cui molti guardano ancora oggi come punto di riferimento. A chi non conosce o non ama Claudio Baglioni: il ritratto diverso che emerge da questo volume potrebbe incuriosire i lettori, ed invitarli ad ascoltare brani sconosciuti come Acqua dalla luna o Le mani e l’anima, che invece contengono, molto più delle hit (come Mille giorni di te e di me), l’anima stessa del cantautore che li ha composti. Inoltre, mi sembra importante sottolineare l’originalità dell’operazione, ossia il mettere in luce l’Oltre per Baglioni, cercando di sviscerarne la struttura, i concetti, la forma e i contenuti, e l’Oltre per i fan: due dischi diversi, che in questo volume si uniscono inscindibilmente.
La musica regala emozioni uniche, qual è la canzone di Claudio Baglioni che più ti emoziona?
Fatico a rispondere a questa domanda, ma, sforzandomi, cito quella che mi emoziona di più in questo momento della vita, ossia il suo ultimo singolo, Uomo di varie età. In questo brano il Baglioni adulto ricostruisce la storia del rapporto tra sé stesso e la musica, e compone un ritratto di come ha costruito passo dopo passo la sua vita, augurandosi, quando smetterà di fare questo lavoro, di ricordarsi che “il futuro era allora”, e che quella vita “l’ha avuta già”: mi emoziona perché, in questa fase di grande cambiamento per me, e di grandi inizi, spero anche io tra molti anni di ricordami che il futuro sta nel passato, augurandomi che non esca mai dalla mia vita tutto quello che mi appassiona e che la arricchisce. Una ridente retrospettiva; ritratto di una vita piena, realmente felice, e per questo estremamente emozionante per chi è nel pieno degli anni della sua vita.
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