La morte del cantante italiano ha letteralmente sconvolto il pubblico, lasciando tutti senza parole. Ecco cosa è realmente accaduto.
Ivan Graziani perse la vita il primo gennaio del 1997 a Novafeltria. Era malato da tempo di tumore al colon quando si è spento a casa all’età di 51 anni. Aveva chiesto all’ospedale di tornare a casa almeno per le festività natalizie. Poi si è consumata una tragedia che però sembrava veramente inevitabile. Il racconto ci ha lasciato tutti senza parole, questo perché il pubblico provava grandissimo affetto nei confronti di un cantante con grande voce e che cantava sempre cose impegnate e intelligenti in grado di attirare il pubblico.
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Nel cimitero locale venne sepolto insieme a una delle sue chitarre e cioè una Gibson che lui amava chiamare “mamma chitarra”. Inoltre hanno sepolto con lui anche il suo gilet di pelle con applicato il gancio per sorreggere la chitarra. Sembrava quasi un metaforico invito a continuare a suonare anche dopo il suo decesso. Un dolore che ha commosso l’Italia visto quanto questo artista era amato e aveva lasciato il segno. Dopo il suo addio nel 1999 uscì un album commemorativo del suo lavoro al quale collaborarono Renato Zero, Alex Baroni, Umberto Tozzi, Antonello Venditti e Biagio Antonacci.
Ivan Graziani, non solo Lugano addio
Ivan Graziani viene ricordato ovviamente per il suo pezzo più noto e cioè Lugano Addio, ma l’artista italiano non è stato solo questo. Perché Ivan ha lasciato un segno profondo nel mondo della musica italiana anche grazie alla sua personalità e alla voglia di dare sempre dei momenti di grande spessore al racconto. La sua morte ha concluso un sogno, ma di certo l’artista avrebbe potuto dare ancora molto alla nostra musica, perché aveva sicuramente la forza per anticipare i tempi e riuscire a incantare i palcoscenici del nostro paese.
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La sua grandezza ha illuminato la storia della musica tanto che dopo la morte sono state molte le opere a lui dedicate. Al Romics 2012 per esempio gli fu dedicata una mostra per celebrare la sua grandezza dal titolo “L’arte (grafica) di un grande chitarrista”. Il Comune di Teramo gli ha intitolato un parco pubblico. Il Comune di Castellalto sempre a Teramo gli è stata dedicata una via. Di certo questo significa anche che il cantante è stato amatissimo come persona. Era infatti un uomo speciale con sempre la voglia di illuminare il cuore di chi lo incontrava e lo conosceva.