La musica italiana è in lutto per la morte di un grande artista che ha di fatto lasciato tutti senza parole. Se ne va un amico di tutti.
Ha perso la vita Toni Santagata che ancor prima di essere grande cantautore pugliese era una brava persona ben voluta da tutti. Aveva 85 anni e viveva da un anno un pensatissimo incubo quello della scomparsa di suo figlio Francesco Saverio ad appena 50 anni. Ospite da Serena Bortone aveva spiegato: “Mio figlio non mi ha mai fatto capire se avesse qualcosa. Forse sapeva, ma io non ho mai saputo nulla. È stato un uomo veramente straordinario che dispensava idee a tutti”.
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Un uomo straordinario era anche Toni, persona di grande cuore e dotato di personalità. La sua splendida voce aveva permesso di raggiungere risultati straordinari, ma era anche un campione di solidarietà uno che non si tirava mai indietro quando c’era da fare del bene. Proprio per questo la sua triste dipartita fa ancora più male perché di fatto era una persona amata veramente da tutti. A rendere nota la notizia è stata la moglie all’ANSA. Andiamo ora a ripercorrere alcune tappe della sua carriera che hanno permesso all’uomo di entrare nella leggenda.
Chi era Toni Santagata?
Toni Santagata era nato come Antonio Morese a Sant’Agata di Puglia il 9 dicembre del 1935 e dunque se n’è andato ad appena quattro giorni dal suo compleanno. Iscrittosi all’università di giurisprudenza a Napoli fondò il suo primo gruppo facendo capire che era la musica la sua strada. Nel 1959 si trasferì a Roma e divenne protagonista all’Embassy quello che era il simbolo negli anni cinquanta/sessanta della vita romana dolce, quella spensierata e che regalava emozioni al pubblico. Cantò anche in lingua dialettale divenendo noto con Quant’è bello lu primm’ammore. Pubblicò in carriera la bellezza di sedici album tra varie etichette come Carosello, Ri-Fi, Cetra, Edibi, Sunset Records e molte altre ancora.
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Ha scritto anche sei opere musicali moderne tra cui Padre Pio Santo della speranza che fu eseguita presso l’Aula Paolo VI in Vaticano la sera della canonizzazione del Santo di Pietrelcina. Tra le sue opere ricordiamo anche la Nazionale Attori della quale fu tra i fondatori e che lo portò a diventare a lungo il capocannoniere. Persona semplice e mai sopra le righe cantava l’amore vero, belle sensazioni e grandissime emozioni in un’epoca che forse abbiamo dimenticato oggi ma che ci ha segnato e a cui ci dovremmo maggiormente rivolgere.