Musicista, autrice, cantante bravissima con una spontaneità naturale che si esprime in tutte le sue canzoni. Lei è Levante, catanese trapiantata a Torino. Dopo “Manuale Distruzione”, con la hit “Alfonso”, arriva “Abbi cura di te” il suo nuovo disco e noi di Chemusica.it abbiamo fatto quattro chiacchiere con lei!
D: Il titolo del disco sembra un po’ in antitesi con quello precedente. E’ una rinascita più matura in cui la “nuova Levante” si dà dei consigli?
Non so se è una nuova Levante, so che ho risposto in modo opposto a Manuale Distruzione con questo album, è stata una crescita naturale, un invecchiare se vuoi, ma non lo definirei un cambiar pelle anche se sicuramente c’è stata una trasformazione. C’è una me più serena perchè è il momento che sto vivendo che è più felice e sereno. “Abbi cura di te” è un augurio che mi è stato fatto, una raccomandazione che ho preso la lettera. Sono 12 tracce in cui cerco di andare verso la felicità.
D: L’amore la fa da padrone in molti dei tuoi testi, ma sembra a tratti un amore un po’ impacciato, per quanto realistico! Quanto c’è di Levante in questi testi?
L’amore è la cura, è l’unica cosa indispensabile oltre all’acqua per sopravvivere. C’è tanto di me in questi testi, anche quando racconto di storie che ho vissuto in terza persona, ossia quando parlo di vicende che ho osservato riguardanti persone a me care c’è comunque tanto di mio, quindi empatizzo e mi calo molto in quelle storie. C’è amore in tanti aspetti, amore sofferto, ma anche quello che vede un lieto fine!
D: “Finchè morte non ci separi”, canti con tua mamma. Come è nata questa canzone e l’idea di cantare con lei?
Nasce in modo incoscio nel 2013, è veramente la prima canzone dell’album nuovo. Con questa canzone, per la prima volta nella mia vita ho deciso di parlare di mia madre e non di mio padre. Volevo parlare di chi è rimasto, di chi mi ha dato un esempio grande di forza e di vita. L’idea di cantare con lei, per quanto subito mi è sembrata geniale, poi mi ha fatto preoccupare anche a livello tecnico invece lei ci ha stupiti positivamente. E’ stata meravigliosa. E’ la cosa più preziosa che ho fatto in questo album”
D: Sentendo il disco la canzone “Mi Amo” sicuramente è quella che mi ha colpito di più. Come mai l’hai scritta? Dici che noi donne ci dimentichiamo troppo spesso di volerci bene?
C’è sicuramente una voglia di riscatto, devo dire che non ho scritto questo brano pensando a tutti gli avvenimenti tragici che ci cirocndano. L’ho scritta per combattere il mio vittimismo, perchè ci sono dei giorni in cui sembra che tutto sia contro di te, senza ragione e quindi mi sono voluta ripetere come un mantra “Mi Amo”. È fondamentale, credevo che questa canzone potesse non piacere, invece è tra le preferite. La gente forse ha bisogno di sentirselo dire!
D: Parliamo un po’ dell’esperienza americana. Come è stata e cosa hai imparato dai palchi “stranieri”?
Ho scoperto l’America, se mi passi il gioco di parole. È qualcosa di molto bello nel senso che gli americani sono molto curiosi e soprattutto mi è parso che a loro non interessi chi sei, ma cosa fai. Non importa se arrivi da un piccolo paese come l’Italia, perchè ci stimano di fondo, è anzi una sorta di cartuccia in più da giocarci visto che il fatto che io cantassi in italiano li ha incollati al palco, ci trovano esotici. E’ stato bellissimo, mi sono confrontata con delle band ad un livello altissimo, gente che suona e sembra di ascoltare un disco e ti insegna che si può fare sempre di più.
D: Tu hai fatto la gavetta nel vero senso della parola e ti sei conquistata tutto con i denti e con un pizzico di caparbietà. Consiglieresti quindi a un ragazzo che inizia la sua carriera nel mondo della musica di andare a un talent o gli suggeriresti di seguire la “vecchia scuola”?
Dipende. Se sei interprete, allora il talent va bene, se sei cantautore e se tieni alle musiche e alle tue parole forse la strada indipendente è quella più difficile, ma che quella che gratifica di più. Io mai firmerei un contratto dove magari mi fanno cantare canzoni non mie. Sono così cocciuta che non mi piego a determinati meccanismi. Sono due strade valide perchè il talent ti porta una visibilità enorme subito, è della serie “O la va o la spacca”. Il mio percorso è una semina lunga in cui i semi crescono con una lentezza estenuante ma quando nascono sono i più forti di tutti. La passione fa la differenza”.
BIOGRAFIA LEVANTE
Levante nasce a Caltagirone e cresce a Palagonia (Catania) in una famiglia affollata da menti creative.
A nove anni scrive le prime canzoni e soltanto ad undici inizia a suonare la chitarra, rubandola al fratello, per la pura esigenza di musicare i propri testi. Dopo la morte del padre, lei e la madre si trasferiscono nella magica città di Torino. Qui tante sono le collaborazioni, i contratti andati male, i dischi mai usciti e gli anni di manifestazioni musicali, provini e gavetta.
Soltanto nel 2013, dopo l’incontro con Davide Pavanello e la sua etichetta INRI, riesce a far sentire la propria voce a molti con un grido disperato e ironico che recita “Che vita di merda”. La canzone porta il titolo di “Alfonso” e si aggiudica un posto nell’olimpo dei tormentoni dell’estate 2013 occupando di diritto l’airplay radiofonico. Max Gazzè le chiede di aprire i concerti del “Sotto casa Tour”, Fiorello la invita alla sua Edicola e ,dopo l’uscita del suo primo disco MANUALE DISTRUZIONE nel marzo 2014, l’Academy Medimex premia la sua opera prima come la migliore dell’anno.
Segnalata speciale su iTunes come artista 2014, selezionata da Mtv tra i finalisti degli European Music Award di Glasgow come “Best italian act”, finalista al premio Tenco per il suo album d’esordio: il riscontro del pubblico e della critica è unanime nel riconoscere il suo talento. Durante il “Manuale Distruzione tour”, che la vede sul palco insieme ad Alberto Bianco, Daniele Celona, Federico Puttilli e Alessio Sanfilippo, partecipa al 1° Maggio romano e alterna le sue date con le aperture ai concerti di “Un amore così grande tour” dei Negramaro.
Nell’autunno 2014, dopo una breve tournée nei club europei, entra a far parte della scuderia della Carosello Records, con la quale pubblica il suo nuovo progetto discografico, affidandone la produzione artistica alla stessa squadra di lavoro INRI che l’ha accompagnata sin dall’esordio: un nuovo percorso che si apre sotto i migliori auspici e viene convalidato dall’invito all’edizione 2015 del festival South by Southwest (SXSW) in Texas, dove Levante suona per due date nel marzo 2015, proseguendo poi il tour americano nelle città di Los Angeles e New York.
Appena tornata dagli USA, pubblica “Ciao Per Sempre”, il fortunato singolo che anticipa l’uscita dell’album ABBI CURA DI TE in uscita il 5 maggio.
“Ciao Per Sempre” entra subito in classifica “top 50 viral” di Spotify e viene eseguito per la prima volta in TV dal vivo al Concertone del Primo Maggio e il giorno seguente durante la puntata di “Che Fuori Tempo Che Fa” su Rai Tre.
LEVANTE IN TOUR
6 giugno – Milano – Miami Festival
16 giugno – Bologna – Biografilm Festival
20 giugno – Sassocorvaro (PU) – Indietiamo Festival
26 giugno – Foresto Sparso (BG) – Forest Summer Fest
27 giugno – Vicenza – Festambiente