Forti dell’esperienza di X Factor i riminesi Landlord (Francesca Pianini Mazzuchetti, Luca Montanari, Gianluca Morelli e Lorenzo Amati) confermano il loro sound unico, frutto dell’ amalgama di componenti elettroniche, classiche ed ambient per una formula sonora innovativa e totalmente unica nel nostro paese: una firma musicale che guarda all’estero pur avendo già affascinato il grande pubblico televisivo e degli addetti ai lavori.
Noi di CheMusica.it li abbiamo intervistati e abbiamo chiesto a Gianluca di raccontarci tutto!
D: Partiamo dagli inizi. Come siete arrivati a X-Factor e perchè avete scelto la via del talent?
In realtà a noi non era venuto in mente di andare a X-Factor, non sapevamo nemmeno che ci fosse la possibilità per le band di partecipare. All’inizio eravamo dubbiosi, una band come noi non si sentiva vicina al mondo dei talent, alla fine abbiamo deciso di metterci in gioco. Per quello che ti insegna e ti fa fare, come esperienza, a contatto anche con professionisti, è incredibile; hai la possibilità di vedere molti meccanismi particolari e metterti alla prova, poi però c’è anche l’aspetto televisivo da gestire che è diverso dalla musica. Siamo contenti comunque perchè abbiamo avuto la fortuna e la bravura di rimanere noi stessi, senza farci condizionare.
D: Quando l’avventura a X-Factor come vi siete sentiti? Ve lo chiedo perchè molti ragazzi usciti dai talent hanno subito il peso dell’improvvisa assenza di attenzione mediatica che invece quando si è dentro a un format televisivo ovviamente si ha.
Il calo organico di visibilità è normale, ce lo aspettavamo. Dipende anche da quanto sei concentrato su quell’aspetto, noi siamo concentrati sul suonare, non sul personaggio. A noi interessa che resti lo zoccolo duro che viene ai concerti, che compra il disco e ti sostiene. Non ci è presa questa paranoia, ora iniziamo il tour, la fiamma è rimasta ben accesa.
D: Parliamo del nuovo album “Aside”, spiegateci il titolo e come definireste il genere musicale che permea tutto il disco.
Il nome ha più significati il primo è letterale, in disparte. Un po’ per quello che facciamo che è un mood un po’ in disparte rispetto al main stream in Italia. Per noi è importante anche uscire dai confini. L’altro significato lo scopriremo in seguito! E’ una sorpresa.
Per quanto riguarda il genere musicale che facciamo, il termine più facile da utilizzare è elettro pop europeo, ma le influenze sono varie c’è anche tanta sinfonica. Non ci sentiamo pop, ci sono diversi artisti che ci hanno ispirato, ma quello che ci ha messo d’accordo è Bon Iver, io sono anche fan dei Sigur Ros.
D: Magari mi sbaglio, ma sentendo l’album oltre a notare che è estremamente radiofonico ho notato che i testi sono tutti un po’ incentrati nel tema della scoperta di se stessi, di un viaggio alla continua ricerca di qualcosa, ho ragione?
Sono cose che vengono naturalmente, non ci siamo detti “vogliamo dire questo” siamo partiti dalla musica, e con le parole abbiamo cercato di dare voce a delle sensazioni. Sono racconti di stati d’animo e la ricerca di se stessi e la voglia di scoprirci è venuta fuori perchè in tre anni abbiamo fatto questa ricerca, ci siamo conosciuti tra di noi, abbiamo costruito una strada comune, siamo cresciuti insieme e questa cosa è sfociata poi nelle canzoni. Il messaggio che vogliamo lanciare? Sono le emozioni che suscita la musica. Quando ci emozioniamo le cose funzionano.
D: Qual è il pezzo di questo album a cui siete più legati emotivamente e perchè?
Siamo legati a Hidden perchè ha aperto la strada a tutto, indubbiamente. Personalmente sono affezionato a Venice perchè l’ho scritto io, all’inizio gli altri volevano scartarlo, non erano convinti io ho insistito ho continuato a produrlo fino a quando a lavoro finito è uno dei pezzi che ci piace di più. Richiede tempo per essere metabolizzato.
D: Parliamo di sogni, cosa vedete nel vostro futuro? Sia ipoteticamente che realmente!
Domani esce il disco nei negozi, facciamo l’instore tour, tra Bologna, Rimini, Milano, Torino e poi a Roma. Dall’otto partiamo col tour, fino alla fine di maggio e poi dovremmo continuare fino alla fine dell’estate. Già questo era un sogno tempo fa, un piccolo passo lo abbiamo fatto. Il sogno reale sarebbe stabilirsi con dei tour all’estero e suonare in festival come il Coachella, il Glastonboury… crescere su questa strada e un po’ ce l’abbiamo fatta visto che suoneremo allo Sziget Festival 2016.