Oscar Latino è nato a Palermo. All’età di 13 anni inizia il suo percorso musicale da batterista, suonando nei locali della movida palermitana. Una volta trasferitosi a Roma per continuare gli studi presso l’Università della Musica, scopre anche la sua attitudine al canto.
Nel 2010 conosce Mauro Munzi (batterista dei DHAMM), firma il suo primo contratto discografico e realizza “Angelo”, il suo EP d’esordio. Nel 2013 esce il singolo “Non ti basta”, brano scritto da Alessio Ventura (cantante dei DHAMM), accompagnato da un videoclip ufficiale. Successivamente, Oscar apre i concerti di Gatto Panceri e inizia un tour radiofonico promozionale.
I singoli successivi, “Il primo giorno di primavera”, “Al di là di te” e “In Radio” sono tutti frutto del sodalizio artistico tra Oscar Latino e Mauro Munzi, che produce tutti e tre i pezzi, compreso l’ultimo brano, “Solo per stare insieme”. Tutti i brani sono contenuti nel disco “Bentornato presente”, uscito il 4 dicembre. Noi lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio!
D: Hai fatto la gavetta classica, niente talent, ma solo molta voglia di fare. Raccontaci un po’ come è stato l’inizio della carriera.
Il mio inizio è come musicista, da piccolissimo e nasco come batterista, poi a 12 anni ho iniziato a capire che anche il canto era una parte importante di me e l’ho voluta sviluppare. Cantavo cover, poi ho iniziato a fare sigle per trasmissioni televisive e villaggi turistici. Nel fare questo mestiere se pensi di iniziare per diventare famoso parti col piede sbagliato. Ho iniziato a cantare per dire alle persone ciò che penso, dove arrivo arrivo, per ora sono contento dei traguardi che ho raggiunto. È un sogno il successo, ci terrei, ma vivo sereno.
D: E dei talent cosa pensi?
Non ci ho mai provato perchè non li ho mai visti come un trampolino di lancio per gli artisti. Mi sono scontrato con altre selezioni e ho visto persone con tanto da dire essere messe da parte per come ci si presenta, perchè non si è in linea con il target richiesto dalla tv. Mi rendo conto che per il mercato di ora aiutano le persone a raggiungere un sogno, ma magari non arrivano al successo persone che meritano e si lasciano indietro voci bellissime. Credo ad esempio che il Festival di Sanremo dovrebbe essere solo per i giovani con i big solo come ospiti.
D: Il disco spazia tra rock e pop con diverse canzoni che parlano anche di tematiche importanti. Se dovessi trovare un fil rouge tra tutti i brani quale sarebbe?
Non saprei se ne esiste uno. Sicuramente “Una Scintilla di umanità” è la canzone dove parlo della mia terra, è un urlo contro l’omertà. Nel disco ci sono poi tante influenze che derivano anche da diverse collaborazioni. È un disco che rappresenta la mia persona? No, anche perchè è il primo disco, ho cercato di mettere qualcosa di musicale e di bello che mi aiuti a trovare la mia dimensione.
D: Fra tutte le canzoni che hai scritto e cantato, a quale sei più legato e perchè?
Oltre a “Una Scintilla di Umanità” sicuramente anche “Il dono” è importante, l’ho scritta con mio papà è emotivamente pazzesca.
D: C’è un cantante che ti ha influenzato particolarmente?
Il mio sogno di cantare è nato sentendo i big della musica italiana come Lucio Dalla cui sono molto affezionato artisticamente, ma adoro anche Modà e Negramaro. Nel panroama internazionale mi piacciono anche i Coldplay e le loro sonorità ho cercato di inserirle nelle mie canzoni.
D: Credi che la musica oggi abbia ancora un’importanza sociale?
La musica è un veicolo importante, sicuro però è passata l’era dei grandi cantautori che dicevano tante cose e avevano un impatto col pubblico davvero importante. Se portiamo avanti solo artisti che parlano di amore o linguaggio scurrile nei testi sicuramente non andiamo molto lontani. Io non scrivo testi a livello di De Gregori o grandi big, ma tipo Bentornato Presente parlo delle droghe, della vita che sfugge nelle discoteche.
D: Nel futuro come ti vedi?
Vorrei raggiungere un palco importante come quello di Sanremo, so che è dura. Ma è una delle mie ambizioni perchè sono fiero di essere italiano e mi piacerebbe salire su un palco che rappresenta l’eccellenza della musica italiana.
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