Samuele Bersani e il racconto della malattia: cos’è l’ipoacusia

Il cantante Samuele Bersani ha raccontato per la prima volta della sua malattia, un disturbo che può risultare molto fastidioso: scopriamo che cos’è l’ipoacusia.

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Il racconto di Samuele Bersani (Getty images)

Il cantante Samuele Bersani convive da molti anni con un problema all’udito che prende il nome di ipoacusia. Ne ha parlato lui stesso qualche tempo fa durante un’intervista rilasciata per Sky. Andiamo a scoprire insieme di che cosa si tratta. Nato il primo ottobre del 1970, il cantante originario di Rimini ha dato il via alla sua carriera musicale dopo aver vissuto un’infanzia ricca di stimoli artistici.

Una volta trasferitosi a Bologna, Bersani viene scoperto dal grande Lucio Dalla: è il 1991 e Bersani inizia ad aprire i concerti del celebre cantante. Da allora ad oggi ha pubblicato ben 12 album musicali, affermandosi come uno dei più influenti e talentuosi cantautori italiani. Nel presentare il suo album Cinema Samuele, il cantante svelò di combattere da tempo contro questo particolare disturbo dell’udito.

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Samuele Bersani racconta la malattia

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Samuele Bersani (Getty images)

Intervistato qualche tempo fa da Sky Arte il cantante di Giudizi Universali ha svelato di soffrire da molti anni di un particolare difetto all’udito. Il disturbo è iniziato addirittura prima che diventasse un cantante, e lui ha dovuto imparare a conviverci in tutti questi anni. “Una mattina mi sono svegliato con una fortissima ipoacusia, che è rimasta ancora oggiha raccontato. Ma che cos’è l’ipoacusia?

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L’ipoacusia è un problema dell’udito abbastanza importante. Quando si presenta questo problema, risulta molto difficile sentire i suoni o capire bene le parole dall’orecchio colpito. Questo è un disturbo che si può presentare a tutte le età e può scatenarsi anche grazie a cause diverse. Bersani ha rivelato che, proprio come chi non vede bene da un occhio, fa molto più affidamento sull’orecchio non colpito da questo difetto. “Questa cosa ha condizionato il mio ascolto in senso un po’ maniacale, perchè con l’altro orecchio, un po’ come quello che ha perso un occhio con l’altro ci vede di più, va a compensare quello che dall’altra parte manca.

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