È “Scendi Giù” di MANNARINO il brano vincitore della tredicesima edizione del Premio Amnesty International Italia, scelto come miglior testo sui diritti umani pubblicato nel 2014 (selezionato da una giuria specializzata).
La premiazione si svolgerà domenica 19 luglio durante la serata finale della XVIII edizione di Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty, sul palco di Rosolina Mare (Rovigo).
A proposito del premio ALESSANDRO MANNARINO ha spiegato «Sono davvero onorato che Scendi giù abbia ricevuto questo riconoscimento. Tra le mie canzoni è una di quelle a cui tengo di più. Negli ultimi anni abbiamo assistito a molti episodi orribili di uccisioni, torture e violenze commesse da fantasmi in divisa, abbiamo ascoltato sentenze di assoluzione più violente delle botte stesse. A volte mi sono ritrovato a pensare allo Stato come a un padrone che ha paura del suo cane da guardia. Le sentenze sui fatti di Genova del 2001 e le morti di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi mi hanno spinto a cercare una giustizia non terrena, inutile, eterea, ma implacabile: la giustizia del pensiero, della fantasia, dell’arte. Nella canzone il detenuto ucciso a botte dai secondini diventa un fantasma che porta avanti la sua vendetta, una vendetta naïf, una vendetta impossibile, solamente sognata. Ma per me, poterla sognare, è stato come poggiare bende intrise di unguento su ferite profonde, come dire “possiamo sognarlo, possiamo cantarlo, possiamo uccidervi senza torcervi un capello, con il nostro sorriso e la nostra fantasia”. Puoi fermare un corpo, puoi smembrare un movimento, ma i pensieri volano liberi, attraversano i muri e le sbarre. Quelli, i pensieri, non li puoi carcerare, non li puoi picchiare, non li puoi uccidere.»
Antonio Marchesi, Presidente di Amnesty International Italia, ha commentato così «Il testo di Scendi Giù non può lasciare indifferenti: è un testo duro, che mostra come a volte lo Stato rinunci a proteggere le persone di cui è responsabile, che sono affidate alla sua cura, e scelga invece di proteggere chi quelle persone ha offeso nel corpo e nell’anima, nel più totale disprezzo dei valori dello stato di diritto. La speranza è che tutto questo cambi e che, in particolare – possibilmente già prima del giorno della premiazione della canzone di Alessandro Mannarino – l’Italia si sia dotata di un reato specifico di tortura, strumento essenziale a porre fine all’impunità di chi viola i diritti umani.»