A cinque anni di distanza dal suo ultimo disco in studio, VINICIO CAPOSSELA torna con una nuova opera discografica. Il 6 maggio sarà infatti pubblicato il doppio album “CANZONI DELLA CUPA” (prodotto da La Cùpa/distribuito da Warner Music), un’opera originale in cui l’artista esplora quel territorio giacimento di culture, racconti e canti che hanno ispirato il suo ultimo romanzo, “Il Paese dei Coppoloni”. Un mondo che la Storia ha seminterrato, ma che fa sentire l’eco e il suono se gli si presta orecchio e ci si dispone al sogno, come lo ha definito proprio Capossela.
«Se la gratitudine si nutre di attesa, queste Canzoni della Cupa, sono l’opera per la quale ho maturato più gratitudine – racconta Vinicio Capossela – Gratitudine ricambiata, visto che dal 2003 ad oggi si sono riprodotte fino a presentarsi ora al pubblico in disco doppio e vinile quadruplo. Del resto sono un po’ l’opera della vita, dunque sono vitali, come maggio, il mese in cui usciranno… Il mese delle rose, dei rosari e delle spine. Che la loro nuova vita gli sia lieve. Grazie a tutti».
“Canzoni della Cupa” è un disco composto da due lati, Polvere e Ombra.
Il lato della Polvere è fatto di canzoni esposte al secco, al lavorio della polvere e della terra in cui affondano le radici questi canti. Il lato in Ombra è quello dei presagi e dell’inconscio, degli uccelli che volano la notte, del racconto che desta meraviglia e inquietudine.
È online a questo link https://www.youtube.com/watch?v=h-w9Xz_ym10 il video del brano “IL PUMMINALE”, dal nome che la cultura popolare dava all’antico Licantropo o cane mannaro, la creatura metà uomo e metà lupo che misura guardando alla luna l’ampiezza della sua solitudine. “Il Pumminale”, primo brano estratto da “Canzoni della Cupa”, è ispirato a una delle doppie anime dell’uomo che la cultura popolare – dove più labile era il confine tra Realtà e mondo della Verità – ci ha abituato a conoscere. Un mondo in cui non c’è distinzione netta tra umano e animale, in cui tutta la natura è espressione della divinità e per questo inconoscibile, se non con l’esperienza diretta.
Il video del brano è un vero e proprio “short movie” girato in Irpinia dal regista americano Lech Kowalski, figura di culto nella scena cinematografica underground.