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Recensioni

“You and I”, l’album postumo di Jeff Buckley è un incantesimo delicato

Published by
Selena Marvaldi

Il gusto personale di ognuno di noi, quando ascoltiamo un cantante o un musicista, ci influenza al 90%. La bravura, la tecnica, lo stile… sono tutti elementi fondamentali per i critici esperti sicuramente, ma visto che nessuno di noi giornalisti e presunti esperti di musica è Lester Bangs (come cantavano gli Stato Sociale) lasciamo le minuzie tecniche appunto ad altri e parliamo di un disco da pelle d’oca.

Si tratta del disco postumo di Jeff Buckley “You and I. Basta schiacciare play ed è subito magia. Sono 10 tracce che vanno ascoltate con un buon impianto perchè così facendo potrete chiudere gli occhi e immaginare di essere seduti in sala prove con l’affascinante Jeff guardandolo mentre canta ad occhi chiusi e pizzica le corde della sua chitarra. Troverete qui l’odore delle sigarette, della fatica, delle notti insonni a produrre canzoni e provare, il tutto accompagnato da una voglia di sperimentare e una grande speranza.

Sembra di vederlo Jeff mentre sorride un po’ con disincanto e si lascia andare a provare e riprovare il pezzo, oppure inventare qualcosa di nuovo sul momento mentre cerca di spiegare al microfono cosa sta succedendo. E poi, alla traccia 4, spunta una versione iniziale di Grace che va rizzare ogni singolo pelo del vostro corpo. Ogni movimento del plettro sulle corde si sente, ogni sospiro è una poesia non detta.

Sono tutti brani originali e alcune cover riscoperte negli archivi della Sony. Nello specifico sentiamo una straziante ed emozionante Just Like a Womandi Bob Dylan; Everyday People scritta da Sylvester Stewart  e interpretata da Sly & the Family Stone; Don’t Let the Sun Catch You Cryin’ scritta da Joe Green e interpretata da Louis Jordan, Ray Charles e altri; Calling You scritta da Bob Telson e interpretata da Jevetta Steele per il film Bagdad Café del 1987; The Boy with the Thorn in His Side e I Know It’s Over degli Smiths; Poor Boy Long Way from Home di Booker T. Washington “Bukka” White (da una registrazione del 1939 di John Lomax) e Night Flight scritta da John Paul Jones, Jimmy Page, Robert Plant e interpretata dai Led Zeppelin.

Una più bella dell’altra, anche se nulla può battere la sua versione degli Smiths, almeno per gusto personale. Se poi non vi basta oltre a Grace c’è “Dream of You and I”, un pezzo inedito, magico, misterioso e intenso. Insomma, questo disco postumo è un incantesimo di splendore, grazia e delicatezza rude. Proprio come era Jeff.

 

Selena Marvaldi

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Selena Marvaldi

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